Espone

 

24 ottobre 2024 - 08 marzo 2025, Villa Malpensata, Spazio Maraini

UNPUBLISHED PHOTO 2024

La Fondazione culture e musei (FCM) e il Museo delle Culture di Lugano (MUSEC) annunciano i vincitori dell’edizione 2024 di Unpublished Photo (UP), il concorso internazionale nato per promuovere le nuove tendenze della fotografia d’arte tra i giovani talenti di tutto il mondo. L'edizione 2024 di UP ha visto la partecipazione di oltre duecento giovani fotografi provenienti da trentacinque Paesi, con una forte rappresentanza da Iran, Italia, India e Russia. I candidati, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, hanno presentato i loro progetti composti da 10 immagini a tema libero, coerenti per stile e contenuto.
I quattro vincitori sono stati selezionati da una giuria internazionale presieduta da Marco Bischof, che si è riunita a Venezia nella sede dell’Istituto veneto di Scienze Lettere ed Arti, partner del progetto insieme a 29 ARTS IN PROGRESS gallery. Gli altri membri della giuria sono: Eugenio Calini; Francesco Paolo Campione; Paolo Gerini; Giovanna Palandri e Tiziana Serena. L'esposizione curata da Alessia Borellini presenta 24 fotografie, sei per ogni progetto ed è aperta al pubblico dal 24.10.2024 al 9.03.2025.
Il concorso UP25 sarà aperto dal 20 gennaio al 3 marzo 2025. I fotografi interessati sono invitati a seguire i canali social del MUSEC  (IG @museclugano e FB MusecLugano) per aggiornamenti; non appena il concorso sarà online, potranno candidarsi attraverso il formulario disponibile sul sito della Fondazione culture e musei.

Locandina UP24 social

Primo premio: Amirhosein Esparham (IRAN)

Together, alone
Amirhosein Esparham, nato a Bardaskan (Iran) nel 1996, è un fotografo e videomaker che si distingue per la sua capacità di narrare storie attraverso immagini potenti e suggestive. Il suo progetto Together, alone affronta il tema della solitudine, un sentimento che, secondo Esparham, sta diventando sempre più comune nel suo Paese, anche a causa del malcontento
generato da una complessa situazione politica. Realizzato tra il giugno 2022 e il giugno 2023, questo progetto presenta cinque storie, ciascuna espressa in una sequenza di due immagini. Le fotografie ritraggono amici, conoscenti e famigliari di Esparham che, davanti alla sua fotocamera, si sono messi a nudo, rivelando le loro paurev e fragilità più profonde. Questi dittici dimostrano come la solitudine non conosca confini di ceto sociale, di genere o di età, sottolineando così l’universalità di questo stato d’animo. Ciò che rende le immagini particolarmente evocative è il magistrale utilizzo della luce, che conferisce un pathos intenso e senza tempo, oltre a una straordinaria padronanza della composizione scenica. Le fotografie di Esparham non sono solo rappresentazioni visive, ma veri e propri racconti che catturano l’essenza delle emozioni umane, rendendo visibile ciò che spesso rimane nascosto nell’intimità delle persone.

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Secondo premio: Gabriele D’Agostino, alias Dago, (ITALIA)

Cuore Nero - Metrò
Gabriele D’Agostino, nato a Palermo nel 1995, è un fotografo che oggi vive e lavora a Milano ed è conosciuto con il nome d’arte Dago. Segnato fin dall’infanzia dalla perdita del padre, l’autore ha sviluppato una sensibilità particolare verso i piccoli gesti, cercandovi tracce di vita e di umanità. Questa ricerca si riflette nel suo reportage Cuore Nero - Metrò, un progetto realizzato, o meglio «rubato» con maestria nel 2022 nella metropolitana di Milano, utilizzando un cellulare. Il progetto è un’esplorazione affascinante
del contrasto tra la ricerca di emozioni, delicatezza e intimità e un luogo particolarmente impersonale, dove il ritmo frenetico e l’anonimità della folla spingono spesso all’estraniazione piuttosto che alla connessione. Dago riesce tuttavia a cogliere momenti di dolcezza e di leggerezza, capaci di strappare un sorriso agli osservatori. Le sue immagini risuonano in tutti noi perché ciascuno può riconoscersi in quei ritratti e in quei gesti di affetto, oppure può desiderare di provare le medesime emozioni. Le fotografie di Dago non sono solo documentazioni visive, ma vere e proprie evocazioni di un desiderio universale
di connessione umana. Anche in uno spazio apparentemente freddo e anonimo come la metropolitana, le sue immagini riescono a catturare e trasmettere l’essenza del calore umano, dimostrando che la delicatezza può essere trovata anche nei luoghi più inaspettati.

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Terzo premio: Claudy Woods (INGHILTERRA)

Every saint has a past

Claudy Woods, nata a Boston (Lincolnshire) nel 2003, coltiva fin da giovanissima una profonda passione per la storia dell’arte che l’ha portata a realizzare, tra il novembre 2023 e il febbraio 2024, il progetto Every saint has a past. Woods reinterpreta l’iconografia tradizionale di dieci sante, utilizzando l’autoritratto come mezzo per comunicare il proprio pensiero. Le immagini sono rielaborate con colori e dettagli che infondono un tocco unico e profondamente evocativo al risultato finale. Le fotografie di Claudy Woods colpiscono per la loro autenticità e per il coraggio con cui l’artista si mette in gioco, rendendo ancora più potente e personale il messaggio che vuole trasmettere. Come giovane donna della sua generazione, Woods si trova immersa in una ricerca intensa di identità e in una sfida per l’affermazione di genere, cercando di superare schemi e preconcetti che continuano a permeare la società. L’autrice, infatti, proviene da parte di madre da una famiglia di origine irlandese di fede cattolica, e pur non essendo più praticante avverte ancora il peso di un passato che si manifesta in un senso di colpa e di vergogna, specialmente quando si tratta di questioni legate al sesso e alla femminilità. Le sante raffigurate sono state scelte in virtù del coraggio straordinario che hanno dimostrato, lottando fino alla morte per i propri ideali. Le immagini creano un dialogo profondo tra passato e presente, trasformando le sue reinterpretazioni in potenti riflessioni sulla condizione femminile e sull’identità personale.

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Quarto premio: Navonil Dutta (INDIA)

Nature’s drama
Navonil Dutta, nato a Calcutta nel 1999, ha dedicato oltre un decennio alla fotografia naturalistica e al birdwatching, sviluppando una passione profonda per la documentazione della vita selvaggia. Il portfolio Nature’s drama, realizzato nell’ottobre del 2023 all’interno della riserva di Tal Chhapar, nel Rajasthan nord-occidentale, è una cronaca potente della cruda e implacabile danza tra predatore e preda. Si tratta di una sequenzav che cattura un falco laggar in azione, in una serie di momenti mozzafiato. Gli occhi penetranti del rapace si fissano su una lucertola dalla coda spinosa e l’istante successivo, con un colpo d’ali possente, si lancia in una picchiata letale per catturare la sua preda. Questa sequenza di caccia evidenzia la grazia e la precisione letale del falco, sottolineando il suo ruolo essenziale nell’equilibrio naturale. Attraverso l’obiettivo di Navonil Dutta emerge la bellezza selvaggia di questo scenario desertico, dove lav sopravvivenza è una battaglia continua e l’armonia della natura si manifesta in tutta la sua drammatica intensità. Le fotografie di Navonil Dutta non sono solo una rappresentazione della vita animale, ma una profonda riflessione sulla forza e la vulnerabilità della natura, che rivela un mondo in cui ogni movimento e ogni attimo sono parte di un ciclo vitale inesorabile e affascinante.

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