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28 ottobre 2021 - 15 maggio 2022, VILLA MALPENSATA, SPAZIO CIELO
Con l’esposizione Sur Papier il MUSEC prosegue l’esplorazione del rapporto fra arte contemporanea e tradizione in Cina. Le artiste Mingjun Luo, Francine Mury, Jiang Zuqing con la musicista e compositrice Sivan Eldar, riflettono insieme sull’interazione corpo/scrittura in un contesto creativo individuale ormai globalizzato. L’esposizione è curata da Antonia Nessi e Marco Franciolli e costituisce la seconda tappa della mostra che è stata realizzata in collaborazione con il Musée d’art et d’histoire di Neuchátel (Mahn) dove è stata presentata la scorsa estate. Sur Papier confronta le nozioni di spazio e di ibridazione identitaria tra Oriente e Occidente, in una dinamica di eco tra culture e mezzi espressivi. Il gesto ampio, la fluidità del segno o ancora la minuzia del dipinto all’inchiostro di china si susseguono nelle sale espositive, rivelando le peculiari qualità dei supporti, la varietà di linguaggi e le diverse sensibilità delle artiste in mostra.
Il progetto Sur Papier ha origine dall’incontro tra l’artista svizzera Francine Mury e la cinese Jiang Zuqing, L’intenso lavoro a quattro mani su fogli di grande formato - prodotti secondo i metodi tradizionali della provincia cinese dell’Anhui - restituiscono il senso della loro complicità artistica: l’incontro del corpo e del gesto con la superficie bianca porta le artiste al superamento del ruolo individuale e della loro origine culturale.
La pregnanza di questo momento di condivisione e incontro fra culture ha generato il desiderio di ampliare la riflessione attorno al tema del dialogo fra artisti e dell’ibridazione dei linguaggi artistici fra le varie culture, includendo nel progetto una terza artista visiva, la cinese Mingjun Luo residente in Svizzera dal 1987 e una musicista compositrice, Sivan Eldar (Israele-USA). A chiudere il percorso espositivo vi è il documentario creativo di Domenico Lucchini “One Leaf One World”, dedicato all’incontro e alla collaborazione tra Francine Mury e Jiang Zuqing e al dialogo fra culture quale generatore di conoscenza e arte.
Nelle opere realizzate a quattro mani da Jiang Zuqing e Francine Mury su fogli di grandissime dimensioni, il confrontarsi del corpo e del gesto con la grande superficie bianca della carta conduce al superamento dei ruoli individuali e delle origini culturali delle due artiste. Il profondo interesse di Francine Mury per la grande tradizione cinese del disegno a inchiostro – per l’artista svizzera la ricerca pittorica si accompagna con lo studio delle filosofie e del pensiero orientale – si confronta in questa occasione con un’artista, Jiang Zuqing, formatasi all’interno della tradizione accademica cinese, nella quale si identifica e dove ritrova la fonte di ispirazione per la sua ricerca artistica. Forme archetipiche affiorano e si fondono nei grandi inchiostri realizzati dalle due artiste, alla ricerca di un linguaggio universale e atemporale.
“[Zuqing ed io] lavoriamo sul pavimento nel grande laboratorio dell'Accademia [di Tsinghua, a Pechino]. Accediamo tratto dopo tratto a una portata diversa, a un nuovo approccio. A poco a poco ci stacchiamo dalla nostra individualità. Andiamo oltre i nostri approcci personali e uniamo i nostri ritmi distintivi, la misura: i nostri pennelli si incrociano, si sovrappongono in risposta al tratto o alla forma dell’altro, poi si trasformano, si sovrappongono. Le nostre rispettive origini si riflettono nel nostro stato d’animo, nella posizione dei nostri corpi e nei nostri movimenti.”
Francine Mury
Francine Mury e Jiang Zuqing all'Università di Tsinghua a Pechino
Di diversa matrice, le opere su carta di Mingjun Luo, artista cinese residente in Svizzera da oltre vent’anni, sono incentrate sulla condizione di doppia identità e sulla nozione di ibridazione culturale. Il sentimento di lontananza e di sradicamento determinati dal suo percorso biografico generano interrogativi attorno a temi quali la traccia, il ricordo e la memoria. Con questo progetto è la prima volta che l'artista si concentra sulla carta comprendendone fino in fondo la sua importanza. La carta di gelso e l'inchiostro di china sono il suo nuovo terreno di sperimentazione che percorre con un'attutudine intimista.
“Amo la delicatezza della carta cinese; l’odore dell'inchiostro; il momento in cui il pennello ricoperto d’inchiostro scivola sulla carta; la bellezza prodotta dal bianco e nero; la carta che si rilascia quando la si inumidisce e diventa liscia dopo essere stata montata su tela. Amo la pace che mi infonde la carta.
Apprezzo il concetto di "vuoto" nell'antica arte cinese, che lascia spazio all'immaginazione.”
Mingjun Luo
A completare il percorso espositivo è la dimensione sonora proposta dalla musicista e compositrice Sivan Eldar, da anni attiva nell’ambito di collaborazioni transdisciplinari fra musica, danza, performance, opera e arti visive. La Eldar indaga da anni la possibilità di esporre una performance. Una missione difficile in un’istituzione dedicata alla conservazione continua ed eterna degli oggetti, poiché la performance è invece caratterizzata da un’innata transitorietà. I suoni creati vibrano per un breve momento e poi svaniscono; due interpretazioni della stessa partitura differiscono sempre l’una dall’altra, e anche il ricordo che ne conserviamo non è facilmente comunicabile. Nel corso della carriera la Eldar ha collaborato con musicisti classici e non, ma anche con attori teatrali, danzatori e artisti visivi sempre alla costante ricerca di nuovi spazi dove far vibrare le sue installazioni sonore.
Sivan Eldar al lavoro