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28 settembre 2013 - 19 gennaio 2014, Heleneum e m.a.x. museo, Lugano e Chiasso
L'esposizione, che celebra il 110° anniversario dalla nascita di Brignoni, nasce da un'intensa collaborazione tra il m.a.x. museo di Chiasso e il Museo delle Culture di Lugano e presenta al pubblico un centinaio di opere provenienti da musei, istituzioni pubbliche, gallerie e collezionisti fra i più importanti di tutta la Svizzera che pongono in risalto non solo la passione per il collezionismo di Brignoni, ma anche il suo essere artista a tutto tondo: pittore, scultore come pure grafico. In esposzione al m.a.x. museo un centinaio di opere realizzate da Brignoni fra il 1920 e il 2000 che spaziano dal collage alla litografia, dall'acquarello al dipinto, dalla xilografia alla gouache, dal bassorilievo alla scultura in ferro; non mancheranno inoltre gli schizzi, i disegni e le prove d'autore. Nell'ambizioso intento di voler mostrare la più significativa ricerca artistica di Brignoni, sono messe in dialogo le sue opere con ventisei capolavori della sua collezione di arte etnica, oggi patrimonio del Museo delle Culture della Città di Lugano. L'esposizione è promossa dal m.a.x.museo di Chiasso in collaborazione con il Museo delle Culture di Lugano ed è a cura di Francesco Paolo Campione e di Nicoletta Ossanna Cavadini. Si tratta di un progetto espositivo integrato dove il pubblico potrà avvicinarsi all'universo di Brignoni che comprende sia la sua passione per l'arte etnica, sia il suo personale percorso artistico; infatti, se il m.a.x. museo accoglierà opere della collezione - fra cui le maschere-moneta dall'Oceania e dall'Africa e pilastri decorati della Melanesia, il Museo delle Culture presenterà anche quindici opere pittoriche di Brignoni della collezione di Marlyse Haller Brignoni, in un vero e proprio riflettersi fra ispirazione e creazione.
Poco studiato nell’ambito della tecnica dell’incisione, seppur la sua ricerca abbia raggiunto alti livelli, dell’artista si vedranno una trentina di opere grafiche. Brignoni si avvicina alla grafica non ancora ventenne, nel 1922, lavorando dall’incisore Hans Meid. Paesaggi, ritratti, scene d’interni sono i temi delle sue prime incisioni su rame. Poi, nel periodo parigino fino agli anni ’50, attingendo al surrealismo raffigura cerchi, spirali e forme originarie della natura spaziando dalla puntasecca all’acquaforte, dalla xilografia alla litografia. In mostra saranno presenti anche le sue matrici xilografiche in rame e zinco con le relative stampe di prove d’artista.
Delle duecento sculture realizzate da Brignoni tra il 1927 e il 1940 e dopo il 1950, in mostra al m.a.x. museo una decina scelte con criterio cronologico. In ogni creazione artistica i problemi formali sono questioni di spazio da risolvere sul piano tridimensionale; da qui l’autoconsapevolezza dell’artista svizzero che, nella sua produzione, accentua il senso di apertura che prende possesso, appunto, dello spazio. I materiali usati nella realizzazione di sculture sono il legno, il ferro, il bronzo, il rame e alcuni materiali sintetici. Si segnala la presenza della scultura Figura femminile con bambino del 1933 considerata la prima scultura in ferro di carattere astratto in Svizzera.
Nato a Vacallo il 12 ottobre 1903, appartenente alle avanguardie del Novecento, affascinato fin da giovane dal surrealismo di André Breton e Tristan Tzara, intimo di Alberto Giacometti con il quale condivide un appartamento a Parigi, in mostra presso Odette Luce (poi divenuta Pétrides) nel 1926 con una personale insieme a Joan Mirò, amico di Georges Braque e Pablo Picasso, affascinato da Matisse e De Chirico, Brignoni attraversa i vari momenti artistici a partire dagli anni ’30 fino al 2000. Parallelamente, Serge Brignoni si appassiona sin da giovane a quella che era allora chiamata “arte primitiva”, di cui diventerà collezionista di alta levatura acquistando opere poi donate alla Città di Lugano e ora conservate al Museo delle Culture all’Heleneum. Grazie al surrealismo si avvicina in particolare agli oggetti provenienti dall’Oceania che, secondo tale corrente artistica, incarnano il lato spirituale della creazione e la manifestazione di ogni desiderio. L’impulso dei commerci negli anni ’30 fa arrivare nei mercati europei oggetti da tutto il mondo. Brignoni collezionista conclude affari in Germania, in Belgio, in Olanda. Dal 1946 si dedica alla ricerca di opere e collezioni di arte etnica. Annoverata fra le principali in Svizzera, la sua collezione vanta numerose opere rare. In mostra si segnalano: una serie di maschere-moneta talipun del Sepik impiegate in ambito cerimoniale; un palo blontang del Borneoscolpito nel legno del ferro e raffigurante probabilmente un dignitario; una coppia di tavole gope originarie del Golfo di Papuasia che ritraggono entrambe uno spirito guardiano; e una scultura uli della Nuova Irlanda, dalla natura androgina, appartenente a una particolare tipologia di opere cui André Breton ha dedicato una poesia. Dalla Svizzera a Berlino e Parigi, e poi di nuovo in Svizzera, Serge Brignoni muore a Berna il 6 gennaio 2002 all’età di 99 anni.