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25 novembre 2006 - 01 aprile 2007, Heleneum - Lugano
La percezione di Bali quale piccolo lembo di paradiso in terra deve la sua nascita, forse più di ogni altri, alla penna di Miguel Covarrubias e alla macchina fotografica di Gotthard Schuh. Il ritratto che il fotografo svizzero fece dell’isola, proverbialmente da lui stesso definita l’«isola degli dèi», ha infatti alimentato e sostenuto per lungo tempo, praticamente fino a oggi, l’idea/mito dell’isola dell’amore libero, del paradiso perduto e ritrovato, del luogo in cui una sorta di magico equilibrio fra natura e cultura ha creato le condizioni di un pacifico riparo ai veleni della civiltà moderna e ai suoi nefasti venti di guerra.
Esposta anche:
Gli scatti degli incantevoli paesaggi di Bali e dei suoi abitanti, che l'autore, il celebre artista svizzero Gotthard Schuh, definì "Isola degli Dèi", alimentano tuttora il mito di un luogo pacifico e incontaminato. L'isola ritratta da Schuh è infatti un gioiello incastonato in un mare luminoso, una sorta di paradiso caratterizzato da acqua cristallina, distese di palme e vulcani incorniciati dal verde. I villaggi appaiono continuamente animati da feste e cerimonie colorate in cui ciascuno trae nutrimento alla propria gioia di vivere. Nelle immagini di Schuh, donne e bambini sembrano avvolti da un'aura di eterna giovinezza. La grande capacità dell'autore è quella di trasmettere la bellezza sublime di una gioventù che non sembra sfiorata dalle emozioni e che si offre allo sguardo in tutto il suo splendore, avvenenza e sensibilità. L'esposizione temporanea prende spunto dalla celebre pubblicazione del 1941, tradotta in diverse lingue, intitolata "Inseln der Götter, l'Isola degli dèi". L'intero progetto è stato organizzato dal Museo delle Culture in collaborazione con la Fotostiftung Schweiz di Winterthur. In occasione dell'esposzione veneziana e della nuova edizione del catalogo, la scelta fotografica è cresciuta dalle iniziali 37 prime stampe a 60.
Nasce in Germania, vive in Svizzera, nell'adolescenza comincia a dipingere e in seguito si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Monaco dove la sua specialità è l'incisione. Intraprende viaggi in Italia e in Francia, e a Parigi entra in contatto con gli artisti delle avanguardie. Nel 1926, all'età di 29 anni, inizia ad interessarsi alla fotografia. E dà il via alla produzione direportages per il Zürcher Illustrierte. In seguito collabora con prestigiosi settimanali illustrati di diffusione internazionale tali "Vu", "Paris Match", "Life" e "Berliner Illustrierte". Nel 1938 salpa per l'Indonesia, visita Bali, Giava e Sumatra, al suo ritorno pubblica Inseln der Götter (1941), libro composto da una narrazione fotografica e da un testo poetico e discorsivo, di enorme successo, nel quale ritrae i balinesi nel loro paradiso terrestre.