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25 febbraio 2015 - 10 maggio 2015, Heleneum - Lugano
L'esposizione temporanea, intitolata «L'arte e la danza balinesi nella Collezione Wistari. Diario di una cosmopolita», è dedicata alle raffinate, vivaci e potenti espressioni artistiche destinate alle festività e cerimonie della tradizione balinese, in cui sono rappresentate la storia e la tradizione culturale del popolo che abita la più famosa isola dell'arcipelago indonesiano.
Curata da Cristina Galbiati e Paolo Maiullari, l’esposizione è allestita al pian terreno dell’Heleneum. Il progetto e la realizzazione dell’allestimento sono a cura del Laboratorio di conservazione e museotecnica del MCL. Le 50 opere esposte sono presentate al pubblico secondo un percorso espositivo organizzato in tre sezioni che affrontano i seguenti nuclei tematici: la danza rituale mascherata (topeng); l’archetipo delle danze balinesi (gambuh); il teatro balinese e l’incontro con gli europei. L'allestimento ricrea un percorso tematico caratterizzato da un'atmosfera il più possibile vicina a quella dei contesti in cui si tengono le performance, evocandoli con colori vivaci, ma anche allusivi della dimensione cerimoniale, che ancora oggi ravvivano i luoghi del popolo balinese. L’esposizione è inoltre corredata da un’esclusiva intervista rilasciata da Cristina Wistari a Bali, a cura dell’Odin Teatret di Holstebro (Danimarca), presentata al pubblico per la prima volta in versione integrale. In mostra una selezione di 32 maschere – raffiguranti divinità, demoni, personaggi della corte e del popolo –, 8 elaborati copricapi riccamente decorati, 2 costumi da danza e una selezione di accessori necessari allo svolgimento delle performance. Completano l’esposizione un grande dipinto, una selezione di 16 fotografie che documentano la più antica forma di danza balinese (gambuh) e l’originale del programma degli spettacoli di musica e danza balinesi presentati per la prima volta in Europa in occasione dell’Esposizione Coloniale Internazionale di Parigi del 1931.
Nei 25 anni trascorsi a Bali, Cristina Wistari ha raccolto un'importante collezione di opere balinesi relative alla sua attività di danzatrice, tra cui maschere, costumi, copricapi, ventagli, pugnali e altri accessori necessari allo svolgimento delle sue performance. Si tratta di un’importante collezione costituita da 61 opere o gruppi di opere per un totale di circa 150 manufatti, che documentano in modo esaustivo la tradizione, i ruoli e le estetiche delle danze studiate e praticate dalla Wistari. Un particolare riferimento va al principale nucleo costitutivo della collezione, composto da 35 maschere, molte delle quali prodotte da alcuni dei maggiori mascherai dell'isola, che per qualità costituiscono un paradigma dell'arte scultorea balinese. La Collezione Wistari è stata donata nel 2014 al MCL da Alberta ed Ettore Formaggia, fratelli ed eredi di Cristina Wistari. A Bali, oltre allo studio e alla pratica della danza, a partire dal 1993 Cristina Wistari si è adoperata nel difficile compito di conservazione di alcune forme di danze tradizionali, tra cui la più antica di tutte – denominata gambuh – cui ha dedicato un importante studio monografico di oltre 600 pagine edito da Lontar, a Giacarta, nel 2001.I materiali raccolti sul campo dalla Wistari, di carattere eterogeneo, formano un archivio costituito da documenti cartacei, fotografici e audiovisivi raccolti con cura e passione già a partire dagli anni settanta, all'epoca dei suoi primi viaggi in Oriente. Si tratta di documenti che fanno riferimento soprattutto a forme coreutiche di paesi in cui Cristina Wistari ha vissuto e dove, grazie al contatto diretto con i grandi maestri, ha potuto apprendere i segreti delle arti tradizionali. Quelli relativi alla danza gambuh costituiscono indubbiamente la maggioranza. Tra i numerosi materiali raccolti e documenti prodotti dalla Wistari, citiamo le circa 1000 immagini fotografiche che documentano le posizioni e i contesti delle danze topeng, gambuh e calonarang, di cui quasi 600 realizzate per il lavoro di conservazione del gambuh dal celebre fotografo indonesiano Rio Helmi. Anche l’Archivio è stato donato dagli eredi al MCL. I suoi contenuti hanno la peculiarità di testimoniare, sull'arco di più decenni, il percorso professionale di danzatrice e di studiosa di Cristina Wistari, e per questo motivo costituiscono un tutt'uno organico con la Collezione Wistari di opere d'arte e cultura materiale.Per lo studio della documentazione dell'Archivio il MCL ha stabilito un accordo di collaborazione con l'Odin Teatret di Holstebro (Danimarca), dove i materiali sono stati depositati dal 2009 al 2014.
L’esposizione temporanea è il risultato di un progetto scientifico sviluppato dal MCL a partire dal 2012, con il sostegno della «Fondazione Ada Ceschin e Rosanna Pilone» di Zurigo e in collaborazione con l’Odin Teatret e con Festa Danzante, evento dalla portata nazionale, la cui decima edizione si è svolta dall’8 al 10 maggio 2015. Inoltre, il progetto del MCL è realizzato con il sostegno di Repubblica e Cantone Ticino – Fondo Swisslos. La Collezione e il Fondo Wistari sono stati il punto di partenza per lo studio e la ricerca sulle espressioni artistiche e sui significati e valori delle performance coreutiche tradizionali balinesi. Il lavoro di ricerca e valorizzazione del MCL si è indirizzato in tre diverse direzioni: lo studio storico-artistico e antropologico delle opere, che ne ha illustrato la storia, i materiali, le tecniche di produzione, le funzioni, i significati, il contesto e il particolare valore dell’artista e dei ruoli presentati nelle performance; l’incontro tra il teatro balinese e il pubblico europeo, avvenuto con le prime rappresentazioni di danza balinese svoltesi all’Esposizione Coloniale Internazionale di Parigi del 1931; la valorizzazione della figura di Cristina Wistari e del suo progetto di conservazione e valorizzazione delle danze balinesi, tra cui il gambuh, la più antica di tutte, fonte originaria dei generi drammatici a esso posteriori, che agli inizi degli anni novanta era a rischio di storicizzazione. Dal progetto è nata un’esposizione temporanea che presenta al pubblico una selezione di opere d’arte della Collezione Wistari impiegate in performance di carattere cerimoniale e ludico dalla celebre danzatrice italiana di danze balinesi Cristina Wistari.
Il catalogo che accompagna l’esposizione presenta l’intera Collezione Wistari, e gli esiti scientifici del pluriennale lavoro di studio e ricerca dell’équipe del MCL. A cura di Cristina Galbiati (collaboratrice scientifica del MCL) e Paolo Maiullari (curatore del MCL), il volume contiene i contributi di: Cristina Galbiati; Alessio Berto, specialista delle danze balinesi; Ilaria Ghilotti, collaboratrice scientifica del MCL; Carsten Juhl, direttore di ricerca e di dipartimento dell’Istituto di Teoria dell’arte all’Accademia Reale Danese di Belle Arti, Copenaghen; Urs Ramseyer, studioso di cultura balinese, già conservatore al Museum der Kulturen di Basilea; Nicola Savarese, studioso di storia del teatro, membro dell’International School of Theatre Anthropology (ISTA). Figura inoltre un articolo della danzatrice e studiosa Cristina Wistari dedicato al gambuh, l’archetipo delle arti sceniche balinesi.
Cristina Wistari (Milano 1945-2008) è stata per oltre vent'anni una danzatrice di teatro classico balinese. Ha vissuto a Bali dal 1983, anno in cui ha cominciato a studiare le danze gambuh (danza di corte), topeng (danza mascherata) e calonarang (danza correlata a pratiche magiche) conI Made Djimat, uno dei più grandi danzatori balinesi viventi, al cui fianco ha danzato per oltre sedici anni. Dal 1985 è stata considerata una danzatrice «balinese» a tutti gli effetti, e oltre che nei teatri ha danzato nei templi in occasione delle cerimonie balinesi. Ha fatto spettacoli e tenuto seminari di topeng in tutto il mondo, in paesi quali Australia, Brasile, Olanda, Francia, Svizzera, Italia e Danimarca. Dal 1995 ha fatto parte dell'ensemble del Theatrum Mundi di Eugenio Barba – fondatore e direttore del prestigioso laboratorio teatrale danese Odin Teatret.