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08 novembre 2013 - 16 marzo 2014, Heleneum - Lugano
L'esposizione temporanea propone un affascinante viaggio nella cultura birmana attraverso una raffinata selezione di opere d'arte accomunate dall'essere una sorta di «vettore estetico» per il raggiungimento di uno stato di perfezione spirituale. Si tratta di statue del Buddha, di rappresentazioni di spiriti tutelari del territorio e di raffinati recipienti, tutti per lo più laccati e decorati con la tecnica della doratura in foglia d'oro, impiegati in ambito cerimoniale, oppure per uso domestico. Le 63 opere esposte sono una selezione della più ampia collezione di 167 opere d'arte e cultura materiale depositate dal collezionista Willem Peppler al Museo delle Culture. L'esposizione temporanea e il relativo catalogo sono il frutto di un lavoro pluriennale di ricerca del Museo delle Culture, al quale hanno collaborato alcuni dei massimi esperti al mondo sull'arte birmana.
L'esposizione temporanea presenta 63 opere d'arte provenienti dalla Birmania, principalmente realizzate tra il XIX e il XX secolo. Le opere, di diversa natura e materiale, sono rappresentative delle arti e delle tecniche birmane. Statue di Buddha e di spiriti tutelari, recipienti per le offerte e di uso domestico, regalie, contenitori per il betel e gong sono prodotti in legno, lacca secca, pietra e metallo.Il filo conduttore del percorso espositivo è il dono, vera e propria chiave di lettura della società birmana, della sua arte e della sua concezione estetica. Ogni opera documenta a suo modo la pratica dell'offerta spirituale che costituisce una delle dominanti culturali della civiltà birmana.L'esposizione è articolata in quattro sezioni che corrispondono ad altrettanti contesti nei quali si iscrive il dono: il buddismo, il culto degli spiriti tutelari, l'ambito quotidiano e quello di corte.
Nella prima sezione è rappresentato il contesto rituale buddista, principale ambito di destinazione dell'arte birmana e sua più importante fonte d'ispirazione. Nella cornice costituita dalla ricostruzione di un altare domestico e da richiami agli ambienti della pagoda e del monastero, sono esposti diversi generi di opere d'arte e di cultura materiale, tra cui statue di Buddha e recipienti per le offerte. Il dana buddista ha sia un fine ultramondano, poiché contribuisce al miglioramento del karma e alla progressione spirituale verso il nirvana, sia un fine mondano in quanto arreca benefici concreti già nella vita presente, sotto forma di ricchezza, salute e bellezza. Inoltre accresce il prestigio dell'individuo e ha quindi anche un valore sociale. Infine, dato che chi compie un'offerta ne condivide i meriti con la famiglia, con il villaggio e con tutti gli esseri viventi, contribuisce anche al benessere e alla progressione karmica dell'umanità intera. La seconda sezione è dedicata al culto dei nat, gli spiriti tutelari del territorio birmano appartenenti a tradizioni pre-buddiste. Tale culto coesiste, ancora oggi, con il buddismo al quale si è parzialmente integrato nel corso dei secoli. Il suo fine è quello di risolvere le questioni di carattere sociale, familiare ed economico.
Nella sezione è ricreato un ambiente che accoglie una cerimonia dedicata ai 37 principali nat (natgana pwe). Al centro si trova un altare, sul quale sono disposte alcune statue e offerte. Arricchisce la sezione il filmato di una cerimonia, in cui la danza dei medium manifesta la possessione e rappresenta una forma di omaggio agli spiriti. La terza sezione presenta i doni effettuati nell’ambito quotidiano quali espressione della cordialità e dell’ospitalità birmane. Il dono, in tal senso, si configura come l’espressione e il nutrimento dei legami sociali attraverso una vera e propria «arte di vita». La ricostruzione di un ambiente domestico è completata dall'esposizione di contenitori per ilbetel, di scatole per sigari e di particolari tavoli bassi utilizzati per servire i pasti. Gli oggetti di cultura materiale, realizzati con grande raffinatezza, in diversi casi sono abbelliti con ricche decorazioni raffiguranti scene di corte o segni astrologici. La quarta e ultima sezione è dedicata al contesto di corte dove i doni sono espressione di opulenza e gerarchia sociale.Il percorso espositivo è arricchito da alcuni approfondimenti multimediali.
Il progetto espositivo DANA. L’ARTE BIRMANA DEL DONO è stato ideato e prodotto dal Museo delle Culture di Lugano con il sostegno economico della Fondazione «Ada Ceschin Pilone» di Zurigo. Al tema del dono nell’arte e nella cultura birmana il Museo delle Culture ha dedicato nel 2012 un seminario scientifico, al quale hanno partecipato cinque tra i maggiori esperti mondiali di cultura birmana. Gli esiti del seminario sono ora presentati al pubblico nei saggi in catalogo.
Il catalogo della mostra è a cura di Céline Coderey (collaboratrice scientifica del Museo delle Culture di Lugano). Si tratta del sesto volume della collana «Altrarti», che il Museo delle Culture dedica all'opera d'arte, studiata e presentata al grande pubblico sotto il maggior numero di punti di vista possibile, con l'obiettivo di chiarire la complessità e l'articolazione dei significati e valori che sono di volta in volta in gioco, collocando la creatività nel più ampio contesto delle manifestazioni della cultura. Il volume contiene saggi di Bénédicte Brac de la Perrière, Céline Coderey, Charlotte Galloway, Alexandra Green, Alexandra de Mersan.