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08 novembre 2022
Dal 9 al 15 novembre lo Spazio Tesoro di Villa Malpensata (visitabile gratuitamente) non sarà accessibile per lavori in corso.
Dal 16 novembre al 4 giugno 2023 sarà esposta nell’alcova est dello Spazio Tesoro, un raro tabernacolo giapponese risalente al XIV secolo.
Si inaugura così il primo di una serie di allestimenti che mettono in risalto dei capolavori, che si distinguono per la loro unicità e preziosità.
Il seigan (tabernacolo), è oggetto devozionale che fece la sua apparizione in Giappone durante il cosiddetto «secolo cristiano», tra la metà del Cinquecento e gli anni venti del Seicento. Realizzato tra il 1580 e il 1620, il tabernacolo contenente il dipinto a olio di una Madonna in gloria, è oggi conservato nella collezione luganese di Vittorio Volpi. Imprenditore, economista, giornalista e scrittore, per oltre trent’anni Vittorio Volpi ha lavorato a Tokyo come responsabile di grandi banche internazionali, facendo del Giappone la sua seconda dimora e dell’arte e della cultura giapponesi una grande passione coltivata con dedizione. L’opera è realizzata con tecniche, materiali e soggetti tipicamente giapponesi influenzati da un’estetica occidentale. Ne risulta così una sorprendente arte ibrida, frutto degli incontri – ma anche degli scontri – che caratterizzarono il mondo alla fine del Cinquecento.
Al bookshop del museo si può acquistare il catalogo SEIGAN. UN CAPOLAVORO DEL GIAPPONE CRISTIANO a cura di Moira Luraschi (Edizioni FCM, Lugano – CHF 28). Il catalogo, primo studio monografico sul tema mai pubblicato, presenta la recensione di tutti i tabernacoli conosciuti, conservati in collezioni di istituzioni religiose, museali e private. La descrizione del contesto storico in cui si sono definite le dinamiche del tabernacolo giapponese si è avvalsa del prezioso contributo dello stesso Vittorio Volpi, che da anni si dedica al «secolo cristiano» del Giappone. Il contributo della ricercatrice del MUSEC Moira Luraschi, volto invece a chiarire i significati del seigan e la sua importanza nel contesto delle missioni giapponesi, approfondisce in modo esaustivo l’opera in esposizione e il genere devozionale di cui è espressione.