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24 novembre 2007 - 30 marzo 2008, Heleneum - Lugano
Il tema dell'esposizione è l'India nel ritratto fattone, nel 1930, dal grande fotoreporter svizzero Walter Bosshard, per documentare la celebre «Marcia del sale» e la protesta non violenta contro il monopolio inglese delle merci.
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Nel 1930, Bosshard è inviato dall'Agenzia Dephot in India, per documentare la situazione di generale agitazione contro la presenza britannica e il nascente movimento di indipendenza che si sta imponendo dinnanzi all'opinione pubblica mondiale. È proprio in questa occasione che Bosshard incontra Gandhi e lo fotografa nella sua quotidianità con quel taglio di semplicissima, ma autorevole ieraticità, che diverrà da allora uno degli stereotipi dell'iconografia pubblica del Mahatma. In quel celebre reportage, che lo consacra fra i massimi fotografi dell'epoca, Bosshard ritrae il fermento di un mondo all'alba di un cambiamento epocale, sospeso fra il retaggio di un passato ancora manifesto nelle architetture e nelle forme della cultura e un impegno civile che trasforma le grandi masse nel soggetto narrante degli immensi spazi luministici del sub-continente indiano. Attraverso gli occhi di Bosshard, la realtà ci viene quasi restituita in presa diretta, contenendo lo spazio dell'interpretazione ed esaltando il valore della testimonianza dell'altro. La fotografia di Bosshard risulta così scevra da simbolismi e priva di particolari riferimenti artistici. Il suo stile è generato dall'occasione che s'impone allo sguardo con tutto il suo carico di significati e informa in modo del tutto eterogeneo. Le 38 opere in esposizione sono state tutte riprodotte a partire dai negativi di Bosshard conservati dalla Fotostiftung Schweiz di Winterthur. I titoli delle opere traducono quelli tedeschi dati dall'Autore nelle sue pubblicazioni e nelle didascalie dei brevi testi manoscritti sulle taschine di carta dei negativi. Il percorso espositivo, riflesso nella sequenza delle immagini in catalogo, intende suggerire al visitatore una serie di piani di lettura che corrispondono al dipanarsi delle scoperte visive di Bosshard, così come le possiamo dedurre dall'analisi degli oltre duemila scatti superstiti e dalla trama narrativa del suo manocritto Indien Kämpft. Le prime opere del percorso introducono all'India del boicottaggio delle merci inglesi che costituisce la causa prossima del reportage e, per così dire, la "porta" che lo introduce alla visione del Paese. Seguono alcune delle celebri fotografie del ritratto di Gandhi nella sua dimora, cui fanno seguito un gruppo d'immagini di folle, che intendono sottolineare l'esperienza storica della Marcia del sale e il tema più generale della cultura delle peregrinazioni, cui la marcia s'ispira. Dalla quindicesima opera la marcia non è più vista dall'esterno ma diventa il filo conduttore per la scoperta di alcuni tratti culturali dell'India tradizionale, attraverso gli individui che ne incarnano i significati e i valori, i quali progressivamente divengono il soggetto di alcuni ritratti di grande fascino. Chiude l'esposizione l'immagine dello sceicco Abu Bacar coi muri del vecchio forte di Parana Kila (Delhi) sullo sfondo che sintetizza i temi trattati in un'opera di notevolissimo valore artistico e narrativo.
Nasce l'8 novembre del 1892 a Zurigo. Nel 1912 s'iscrive all'Università di Zurigo dove frequenta i corsi di Pedagogia e Storia dell'Arte. Trova lavoro come agente commerciale in Estremo Oriente. I suoi interessi sono diversificati e gli permettono di viaggiare parecchio. La passione per la fotografia, che gli deriva dal desiderio di documentare visivamente i suoi viaggi, lo spinge a perfezionare intorno alla metà degli anni '20 le sue conoscenze tecniche in materia. Un'importante occasione, che gli consente di perfezionare i caratteri della sua visione e le tecniche necessarie allo sviluppo e alla stampa dei negativi sul campo, è offerta a Bosshard dal fortunato incontro avuto a Peshawar, in Afghanistan, con il geografo tedesco Emil Trinkler che sta a quel tempo preparando una spedizione verso l'Altopiano tibetano e il Bacino del Tarim. Bosshard riuscirà ad aggregarsi al gruppo in qualità di responsabile della logistica della carovana e di fotografo addetto alla documentazione del lavoro. Alla fine del viaggio, Bosshard risiede per 4 mesi a Kashgar, antico caravanserraglio lungo la Via della seta e mette in ordine la grande quantità di fotografie raccolte. Molti degli scatti si soffermano a ritrarre i tratti culturali e i volti delle popolazioni incontrate durante il tragitto e in essi è già chiara l'impostazione di fondo che contraddistinguerà poi, negli anni seguenti, il lavoro del fotografo. A partire dagli inizi degli anni Trenta diviene uno dei fotoreporter più ricercati dalle massime testate giornalistiche di lingua tedesca, con alcune delle quali, e in particolare con la "Neue Zürcher Zeitung", stringerà un rapporto di collaborazione che durerà sino alla fine della sua attività. Proprio in quegli anni si reca in India per documentare la celebre "Marcia del sale" e la protesta non violenta contro il monopolio inglese delle merci. Durante la sua vita da fotografo-reporter farà innumerevoli viaggi visitando svariati paesi tra i quali, la Cina, il Siam, la Cambogia, il Laos, il Vietnam, l'Egitto e documenterà la guerra sino-giapponese in Manciuria e a Shanghai. Fra i reportage più importanti che realizza ricordiamo quello relativo al viaggio del celebre dirigibile Zeppelin LZ127 che, dal 24 al 31 luglio del 1931, tenta con successo la trasvolata artica. Lavorerà per diverse agenzie fotografiche e riviste specializzate tra le quali, la "Black Star", fondata a New York, "Life", "Atlantis", "Vu", "Berliner Illustrierte Zeitung", "Schweizer Illustrierte Zeitung", "Neue Zürcher Zeitung" e "National Geographic". Gli ultimi quindici anni della sua vita sono divisi tra la Svizzera e la Spagna. Fra il 1959 e il 1962, raccoglie i suoi ricordi e scrive gli ultimi due libri. Walter Bosshard si spegne il 18 novembre 1975 a Torremolinos, una decina di giorni dopo il suo ottantatreesimo compleanno.