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04 maggio 2018 - 26 agosto 2018, MUSEC, Villa Malpensata, Spazio Cielo (terzo piano)
«Il samurai. Da guerriero a icona» è il titolo della mostra temporanea che segna il ritorno sulla scena luganese di Villa Malpensata, oggi sede del MUSEC.
Dal 4 maggio al 26 agosto 2018, nello Spazio Cielo (terzo piano), i visitatori possono compiere un affascinante viaggio a ritroso nel tempo scoprendo i diversi volti dei valorosi guerrieri giapponesi.
Un viaggio da condurre lungo un sorprendente percorso, contrassegnato da una selezione di opere che illustrano in particolare l’immagine dei samurai attraverso i secoli e permettono di accostarsi con maggiore consapevolezza al peculiare codice di valori alla base dell’arte della guerra e della filosofia di vita di questi uomini in armi.
Punto di partenza dell’esposizione temporanea sono le armature dei samurai, opere sacre e identitarie dei guerrieri nipponici, in alcuni casi veri e propri capolavori di manifattura in cui sono racchiuse al contempo conoscenze tecniche e qualità estetiche di altissimo livello.
A Lugano sono messe in mostra per la prima volta le dieci armature giapponesi donate al MUSEC da Paolo Morigi, fine collezionista di arte etnica e sostenitore del Museo fin dalla sua fondazione.
L’esposizione è completata da stampe xilografiche giapponesi (ukiyo-e) risalenti al XVIII e XIX secolo e da fotografie all’albumina dipinte a mano della Scuola di Yokohama, prodotte tra la fine dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento.
«Il samurai. Da guerriero a icona» è una mostra sulla trasformazione dell’immagine del guerriero simbolo del Giappone medievale: da figura minacciosa, racchiusa nella sua corazza impenetrabile, a personaggio principale del teatro kabuki. A icona dell’immaginario collettivo.
Il percorso espositivo ideato dai ricercatori del MUSEC permette di cogliere come siano stati gli stessi giapponesi a trasformare i samurai in “immagine”: prima sfruttando la produzione di xilografie, poi quella delle fotografie (con le quali hanno accostato ai samurai altre due icone del proprio mondo: la geisha e il Monte Fuji). Infine, costruendo sulla figura del guerriero una copiosa letteratura e cinematografia d’autore, sfociata alla fine degli anni ’70 del Novecento nell’animazione dei manga e nella creazione di una galleria di “cartoni” che hanno conquistato anche le giovanissime generazioni dei paesi occidentali.
Singolare pregio di «Il samurai. Da guerriero a icona» è tracciare il filo che collega idealmente il samurai del medioevo a quello del mondo contemporaneo.
La mostra è quindi l’esito di un progetto di ricerca non banale che, partendo da un flusso ininterrotto di opere d’arte molto diverse tra loro (armature, stampe, fotografie, film, cartoni animati), svela passaggi simbolici e fa comprendere come il samurai contemporaneo sia, non tanto l’erede diretto dell’antico guerriero, quanto la proiezione di un’immagine connotata storicamente.
«Il samurai. Da guerriero a icona. La Collezione Morigi e altre recenti acquisizioni del MUSEC» è il titolo della pubblicazione che accompagna l’esposizione temporanea dedicata dal MUSEC ai guerrieri giapponesi. Il volume, a cura di Moira Luraschi, contiene alcuni saggi grazie ai quali è possibile scoprire i lati più affascinanti della vita dei samurai e un ricco apparato iconografico che comprende, oltre le illustrazioni delle opere in mostra, anche una vasta panoramica di immagini di altre opere delle collezioni del Museo inerenti al tema dei samurai.
I testi in catalogo sono di:
Francesco Paolo Campione, direttore del Museo delle Culture di Lugano, professore di Antropologia culturale all’Università degli Studi dell’Insubria e autore di numerosi studi sulla fotografia del Giappone dell'Ottocento (I samurai e gli altri «eroi dell’ultraesotico» nella fotografia della Scuola di Yokohama);
Francesco Civita, già curatore delle collezioni orientali del Museo Stibbert di Firenze, autore di numerosi studi e curatore di esposizioni d’arte dedicate alle armi e alle armature giapponesi (Le sete e le lacche vanno in battaglia: l’armatura giapponese);
Marco Fagioli, critico d’arte, già docente di arte orientale in diverse università italiane e autore di numerosi volumi, pubblicati in più lingue, sulla stampa xilografica giapponese e sul genere shunga (Il samurai nella cultura figurativa dell’ukiyo-e);
Moira Luraschi, curatrice della sezione di arte dell’Estremo Oriente del Museo delle Culture di Lugano (I samurai. Guerrieri, politici, intellettuali);
Bonaventura Ruperti, professore ordinario di Lingua e letteratura giapponese dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, autore di importanti traduzioni e numerose monografie sulla letteratura e sul teatro giapponese (Guerrieri sulle scene del teatro giapponese).