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25 luglio 2024 - 03 novembre 2024, Villa Malpensata, Spazio Cielo
Il nuovo progetto del ciclo «Global Aesthetics» del MUSEC vede protagonista l’artista cinese Hu Junjun, con una selezione di opere create fra il 2015 e il 2024.
Nata a Shanghai nel 1971, negli anni ‘90 l’artista si trasferisce dapprima a Pechino per dedicarsi da autodidatta alla pittura e alla poesia e in seguito nel 1998 a New York, dove prosegue la sua ricerca artistica maturando al contempo un’ampia e profonda comprensione della spiritualità buddhista. Tornata a Shanghai nel 2006, dove tutt’ora vive e lavora, Hu Junjun concentra la sua ricerca artistica sulla figura del Buddha nell’iconica posizione distesa sul fianco; questa ricorre, come la litania dipinta in un mantra, nei suoi dipinti a olio di piccole e grandi dimensioni e nelle sculture realizzate con frammenti di stoffa recuperati dal mondo della moda e minuziosamente cuciti insieme. La rappresentazione del Buddha, la postura del suo corpo, i diversi stili del manto che lo avvolge, il capo sormontato dalla crocchia di capelli, i lobi allungati delle orecchie e, ancora, la serenità emanata dalle labbra lievemente piegate nel sorriso, testimoniano l’approfondito studio che Hu Junjun ha condotto sulla pittura e la statuaria buddhista della Dinastia del Nord (386–581 d.C.). La spontaneità e i tratti quasi infantili del suo disegno sono anch’essi elementi distintivi di quella iconografia tradizionale. Con gli antichi «artisti delle grotte», Hu Junjun condivide infatti un’intenzionalità artistica orientata - prima ancora che alla bellezza della forma - alla condivisione di un’esperienza umana generata dalla profonda gioia raggiunta con la pratica zen. Non aver seguito un percorso di formazione artistica non ha mai costituto un ostacolo per lei. Al contrario, l’artista pensa che le nostre debolezze siano da accogliere come un’opportunità, un invito a esercitare la nostra tolleranza e sperimentare soluzioni alternative, tanto nella vita quanto nell’arte. L’ostacolo, invece che chiudere, apre così nuovi e inaspettati spazi di libertà.
L’esposizione Hu Junjun. The Journey to Compassion, curata da Giancarlo Ermotti e Massimiliano Vitali, presenta 38 fra dipinti e sculture e il video «The Covenant of Nirvana» del 2022, diretto da Huang Maosen, sul percorso di avvicinamento dell’artista al buddhismo e sulla genesi dell’opera di grandi dimensioni realizzata da Hu Junjun interamente con rami d’albero secchi.
Hu Junjun è nata nel 1971 a Shanghai. Con un’indole tormentata e abbastanza ribelle, per tutta la sua infanzia e giovinezza si interroga sull’origine e la direzione della vita, non riuscendo però a trovare risposte capaci di acquietarla. Nei primi anni ‘90, si trasferisce a Pechino, nel quartiere degli artisti Yuanmingyuan, per dedicarsi alla poesia e alla pittura.
La produzione poetica di Hu Junjun, per la quale nel 1995 riceve il premio Anne-Kao, rifletteva lo spirito di una generazione di giovani in cerca di una nuova identità. Era un’epoca di profonda modernizzazione e liberalizzazione in cui gli artisti contemporanei ricercavano nuove fonti di ispirazione in Europa e negli Stati Uniti. Sono questi gli anni in cui conosce anche il suo futuro marito, l’artista Zhang Huan, con il quale nel 1998 si trasferisce a New York.
Hu Junjun inizia a trovare risposte ai suoi interrogativi proprio a NYC, nel 2003, nel centro di meditazione Chan situato a pochi minuti da casa sua. La frequentazione del tempio e l’immersione nelle letture le danno la sensazione che l’articolato sistema di pensiero racchiuso nei testi della dottrina buddhista possa aiutarla a rispondere ai tanti interrogativi esistenziali che da sempre la accompagnano. Sotto la guida del suo primo mentore buddhista, il Maestro Sheng Yen, Hu Junjun abbraccia completamente la spiritualità e la filosofia buddista, lasciandola permeare in ogni aspetto della sua vita. Nel 2006 Hu Junjun lascia gli Stati Uniti e ritorna in Cina per stabilirsi con la famiglia a Shanghai, dove tuttora vive e ha sede il suo laboratorio artistico. «Beyond the Mountain», «Living with Impermanence», «Nirvana in Nature», «The Universe in Nirvana», «Life Reborn» sono solo alcuni dei titoli delle esposizioni personali che l’artista ha già realizzato in numerose città in Cina e Taiwan. L’esposizione del MUSEC di Lugano celebra per la prima volta in Europa il suo lavoro.
L'artista ritratta nel suo studio di Shanghai