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03 July 2015 - 23 August 2015, Heleneum, Lugano
Oltre 60 opere d'arte dell'Amazzonia venezuelana: ceste intrecciate che mettono in risalto la creatività femminile e i processi di trasformazione degli stili tradizionali.
«Presso i popoli senza scrittura quest’arte occupa […] un posto importante, spesso il primo: l’arte del vimini si presta a innumerevoli usi e raggiunge una perfezione che noi non sapremmo eguagliare. Nelle mani degli specialisti la cesteria costituiva un’arte nobile che […] era privilegio di cerchie di iniziati».
Da LÉVI-STRAUSS Claude, Guardare, ascoltare, leggere, trad. it., Il Saggiatore (Est/197), Milano 1993, p. 143. Ed. orig. 1993.
L'esposizione «Tidi’uma. Creatività e genere nell’arte yekuana. La Collezione ACOANA», è ricca di valori etici oltre che di valori artistici. Si tratta infatti di parte integrante di un progetto che ha un duplice obiettivo: da una parte fornire una documentazione scientifica sul rapporto esistente fra le opere d'arte e il patrimonio linguistico, ideologico e mitico degli Yekuana, un popolo della Guayana venezuelana; dall'altra cercare di sostenere e tenere in vita una tradizione locale, guidandone la trasformazione in modo che possa concorrere a uno sviluppo sostenibile delle comunità coinvolte. Tradizione locale cui si rifà il termine tidi’uma, che definisce tutti quegli oggetti che, come le ceste e le sculture lignee presentate in esposizione, sono prodotti «alti», espressione della cultura e del sistema ideologico yekuana, in opposizione a quelli «bassi» adottati dal mondo esterno (mesoma). Il progetto è stato avviato nel 2012 dall'Asociación Venezolana para la Conservación de Áreas Naturales (ACOANA), che ha ricevuto per il suo impegno e le sue attività il sostegno alla cooperazione del Dipartimento federale degli affari esteri della Confederazione svizzera, attraverso l'Ambasciata di Svizzera in Venezuela. Nel corso degli anni, gli artisti e le artiste delle comunità yekuana sono stati sostenuti nel riconoscere la dignità e il valore della loro creatività, espressa tradizionalmente attraverso delicate opere di intreccio e sculture lignee raffiguranti spiriti e animali della foresta. Più specificamente, fra gli obiettivi del progetto, accompagnato da una serie di esposizioni collettive d'arte che si sono tenute nei villaggi coinvolti, vi sono l'accrescimento della solidarietà, del confronto e della maestria degli artisti di più villaggi, e la possibilità di presentare al pubblico le loro opere come interpreti di uno “stile” o di una “scuola”. Il che ha consentito, fra l'altro, di attivare e rifornire specifici circuiti commerciali, che hanno il vantaggio di sostenere, per quanto possibile, anche lo sviluppo di forme di turismo culturale. Grazie alla collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri, il Museo delle Culture ha sostenuto a sua volta il progetto, organizzando a Lugano, il 3 luglio 2014, un seminario internazionale cui hanno preso parte specialisti della materia, e accettando il deposito a tempo indeterminato di 64 opere che sono oggi presentate al pubblico luganese, accompagnate da un volume che fotografa lo stato della ricerca scientifica sull'arte degli Yekuana. Un'occasione dunque, non solo per godere dei motivi stilizzati di un'arte antichissima e degli “statuti incerti di un'arte fragile”, ma anche di fare una riflessione profonda sul valore della sostenibilità e sulla necessità etica e politica di contribuire alla conservazione di un habitat senza il quale le culture che vi abitano sono inevitabilmente costrette all'assimilazione.
Il progetto e l'esposizione temporanea sono accompagnati dalla pubblicazione del catalogo a cura di Mariapia Bevilacqua e Carolina Riva, Tidi’uma. Creatività e genere nell’arte yekuana. La Collezione ACOANA, Silvana Editoriale (Antropunti/8), Cinisello Balsamo 2015. Pp. 160.